“IL BUGIARDO”

Testo tratto e rielaborato da C. Goldoni

Non fatevi fregare, le chiamano “fake news” ma sono solo bugie.

Chi le dice è il bugiardo si sa ma, in questi nostri tempi pieni di paura, quelli come lui si chiamano “haters”: odiatori. Si perché le loro bugie son sempre cattive, improntate ad un odio violento e quasi sempre immotivato.

Lelio il bugiardo invece, personaggio principale di questa commedia di Carlo Goldoni rappresentata per la prima volta in Mantova la primavera dell’anno 1750, più che uno spacciatore di menzogne, è un brioso inventore di favole, un chiacchierone inesauribile. Uno che un po’ per interesse e un po’ per vanità pone sé stesso al centro delle proprie trovate. Lui non odia nessuno vuol solo godersi la vita senza preoccuparsi di nient’altro. Quando Arlecchino, pronto e in fondo ammirato servitore, gli rinfaccia di dire “ogni quattro parole diese busie”, lui risponde secco: “lo non dico che delle spiritose invenzioni”.

Molto lontano dalle raffinate e cattive strategie di menzogna dell’oggi.
Molto più vicino a noi invece l’atteggiamento di chi, attorno a Lelio, diventa bersaglio delle sue fantasiose invenzioni, delle sue menzogne.

Cupidigia, invidia, desiderio di promozione sociale, avidità spingono tutti quelli che lo circondano a credergli nella speranza di veder soddisfatti i propri più reconditi desideri.
Proprio in questo abbiamo scovato l’attualità del testo goldoniano a cui liberamente ci siamo ispirati. Certo dir bugie non è bello ma anche volerci credere sperando di poterci guadagnare qualcosa non è da meno. In fondo se nessuno credesse alle loro bugie , smetterebbero di esistere all’istante.

In questa sarabanda di fraintesi, mezze verità, secondi fini e scambi di ruolo. “La compagnia del teatro degli Orbitanti”, con la regia di Livia Rosato, riesce ancora a ritrovare la sua cifra stilistica ormai da tempo consolidata
.

Uno spettacolo brillante, allietato da un delizioso cameo musicale, adatto ad un pubblico di ogni età che, come ci piace dire, sa far ridere, sognare, piangere e anche pensare.